RECUPERO CREDITI IMPORTO MINIMO
Innanzitutto, è doveroso specificare che la legge non prevede un importo minimo per poter esercitare un’azione legale di recupero del credito nei confronti del debitore moroso.
Qualsiasi creditore ha il diritto di recuperare il proprio credito anche quando l’importo dovuto risulta di fatto irrisorio (per capirci, anche quando si tratta di pochi euro).
Per recuperare il proprio credito il nostro ordinamento mette a disposizione più azioni a tutela del creditore.
Esaminiamole nel dettaglio.
AZIONI LEGALI PER RECUPERARE IL CREDITO
Diversi sono gli strumenti legali offerti dal nostro ordinamento per procedere al recupero del credito vantato, segnatamente:
– Diffida di pagamento
Prima di esercitare una vera e propria azione legale in sede giudiziale, il creditore può inviare al debitore una diffida di pagamento e messa in mora.
Con tale lettera, che deve essere inviata esclusivamente a mezzo raccomandata a.r. oppure tramite Pec per avere la prova della dell’avvenuta ricezione, il creditore intima al debitore di pagare il debito scaduto entro e non oltre un determinato termine.
Il termine assegnato al debitore per provvedere al pagamento è solitamente di 15 giorni, decorrente dal ricevimento della lettera.
Decorso invano tale termine, il creditore sarà libero di adire la competente Autorità Giudiziaria per procedere al recupero coattivo del credito.
– Ricorso per decreto ingiuntivo
Rappresenta senz’altro la procedura più rapida per recuperare il proprio credito. Attraverso tale strumento, disciplinato dagli artt. 633 e seguenti del c.p.c., il creditore chiede al giudice competente di intimare al debitore il pagamento quanto dovuto sulla base della documentazione prodotta con il ricorso introduttivo.
Tale procedura consente pertanto al creditore di ottenere rapidamente un titolo per agire eventualmente in via esecutiva contro il debitore.
Tuttavia, non sempre è possibile ricorrere a questa procedura in quanto la legge prevede che tale strumento possa essere utilizzato dal ricorrente solo quando il credito azionato sia certo, liquido ed esigibile nonché fondato su prova scritta come previsto dall’art. 634 c.p.c.
– Atto di precetto
Quando il credito per cui si agisce è incorporato in un titolo di credito (come ad esempio la cambiale, l’assegno bancario o altri documenti ai quali la legge attribuisce la medesima efficacia), alla scadenza lo stesso diviene automaticamente esecutivo, ed è pertanto possibile procedere immediatamente ad un’azione di recupero mediante la notifica di un atto di precetto.
– Causa ordinaria
Se non si possiede alcuna documentazione scritta comprovante il credito fatto valere, non rimarrà altra via che intraprendere una causa ordinaria, a cognizione piena o sommaria, volta ad accertare l’esistenza e l’entità del credito.
Tale soluzione prevede senz’altro dei tempi inevitabilmente più lunghi rispetto alle altre sopra considerate.
NEGOZIAZIONE ASSISTITA OBBLIGATORIA
Non va dimenticato che per le controversie aventi ad oggetto una domanda di pagamento, a qualsiasi titolo, di somme non eccedenti euro 50.000 è prevista per legge come obbligatorio l’espletamento della procedura di negoziazione assistita.
In questo caso, la procedura di negoziazione è condizione di procedibilità della domanda giudiziale.
Da ciò ne deriva che che non si potrà avviare una causa ordinaria senza aver prima tentato la strada della negoziazione.
SPESE PER IL RECUPERO DEL CREDITO
Tutto ciò premesso, prima di procedere nell’intraprendere una qualsivoglia iniziativa legale nei confronti del debitore, occorre tenere in considerazione le spese che dovranno essere affrontate per azionare la propria pretesa nei confronti del debitore.
Oltre al compenso spettante all’avvocato per l’attività professionale prestata, il cliente dovrà sostenere tutte le seguenti spese: marca da bollo e contributo unificato per avviare il procedimento, spese occorrenti per notificare gli atti al debitore, pagamento dell’imposta di registro sul provvedimento emesso dal giudice.
Tali spese, che sono variabili a seconda del tipo di procedura che verrà scelta dal creditore, tuttavia, normalmente vengono rimborsate dal debitore una volta concluso l’iter giudiziario avviato per recuperare il credito.
Cosa accade quando il debitore è una persona nullatenente?
L’uso dell’avverbio “normalmente” utilizzato nell’ultima frase del precedente paragrafo non è certo causale.
Può accadere infatti che il debitore risulti nulla tenente e pertanto sarà impossibile recuperare il proprio credito in via esecutiva.
LE INDAGINI PATRIMONIALI
Ciò considerato, al precipuo fine di evitare un inutile dispendio di soldi e tempo, è doveroso sottolineare come sia buona norma, prima di intraprendere qualsiasi azione legale, quella di rivolgersi ad un avvocato o ad un altro professionista per effettuare delle indagini patrimoniali.
L’effettuazione di tali indagini consentirà al soggetto creditore di accertare in via preventiva le reali disponibilità economiche e patrimoniali del debitore.
All’esito di tale verifica si potrà poi certamente valutare, di concerto con il professionista, quale azione sia preferibile esercitare nel caso specifico.
Avvocato Cristiano Galli
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